"Ma tu, da dove vieni?". Come sono sempre stata nomade ancora prima dei social

"Ma tu, da dove vieni?". Come sono sempre stata nomade ancora prima dei social

Un anno fa ho capito che l’immensità e lo stupore hanno lo stesso spazio nella pancia: in pochi attimi riescono a renderti altro da te. Con un piccolo sussulto ti mettono le ali per qualche secondo. E quando cadi non ti fai male, hai tutto quello che occorre negli occhi e nel cuore.

Un anno fa la Giordania mi ha ricordato chi ero e dove volevo andare. Nell’immensità del deserto, degli spazi, nella potenza dei colori e della luce ho capito che il viaggio mi avrebbe riportata a casa.

La parola “casa” ha sempre rappresentato un’emozione strana, prima negativa, poi positiva. Avendo cambiato molte città fin da piccola, per me dire che sono nata a Torino ma ho vissuto a Roma, e poi in Umbria, e poi a Milano, e poi in altri luoghi, mi spiazzava alla sola domanda “E tu, di dove sei?”.

 

“E che te dico”.

 

Avrei riposto con questo accento romano che mi porto da quando ho iniziato a parlare. Quindi, come una poesia a memoria, mi ero preparata una frase generica “Sono mezza pugliese, mezza veneta, cresciuta in Umbria”.

 

Prima con un pò di vergogna, una timidezza non velata, quasi come a vergognarsi di non potersi sentire forte di un posto di appartenenza. 

 

Come se ti mancasse la terra sotto i piedi.

 

Poi vedevo sempre più un interesse verso questa cosa, quasi come se fosse il titolo di un film avventuroso. Una nomade, si una nomade.

 

Che bello.

Stavo iniziando a dare forma a quel pavimento, arabeggiante, colorato, pieno di cose diverse. Poi, forte di questo pavimento, ho iniziato ad arredare. Aggiungevo dettagli, particolari, rendevo mia quella stanza fatta di cose che conoscevo benissimo. C’erano i nonni con i loro insegnamenti, con il loro dialetto, c’era zia con la sua saggezza, c’erano mamma e papà così diversi ma così complementari. Torino, il suo mercato colorato dove nonno mi ha insegnato cosa significa “contrattare”, ma c’era anche la Mole che l’altro nonno mi portava instancabilmente a vedere ogni anno come un appuntamento fisso con il cielo. C’era la Puglia, dove iniziavo a capire da dove veniva una parte di me. C’era la Toscana, dove i nonni ci proteggevano da anni bui e portavano il sole nelle nostre vite. C’era l’Umbria, terra di adozione, piena di verde, piena di contraddizioni, così lontana dal mare ma così ricca di cose da raccontare.

 

Ecco, se avevi più o meno due ore, forse qualche dettaglio riuscivo a raccontarlo.

 

Da dove vengo ora riesco a dirlo sempre.

 

Crescendo ho ripercorso tutto, nei minimi dettagli, per far si che fosse tutto chiaro in primis a me. Da dove vengo era ed è tutto questo: ogni mio passo, ogni mio trasloco, ogni mio respiro. Non mette più paura, non è vergogna, ma immensa ricchezza della quale non finirò mai di stupirmi.

 

* Nelle foto il deserto in Giordania, posto contemplativo e meditativo che ho amato e visitato a Dicembre 2022

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